Come fare trading forex, istruzioni basi e guida sui fondamentali

Vorremmo condividere con voi questa guida su come fare ad iniziare a fare trading forex.

Innanzitutto cosa è?

Il termine Forex sta per Foreign Exchange Market.

E’ in parole povere il più grande mercato del mondo in cui ogni giorno si scambiano valute al fine di ricavarne un profitto. Nel Forex operano grosse istituzioni finanziarie, le banche , le banche centrali e i piccoli investitori che sono detti trader retail o privati.

Stiamo parlando di circa 5 mila miliardi di dollari di scambi al giorno! Il tutto online e quindi accessibile a tutti.

Col termine Forex trading invece si indica l’attività vera e propria di compravendita. Oggi non solo i grossi gruppi finanziari possono acquistare o rivendere valute, anche i piccoli investitori possono in pochi passi fare affari. Rispetto al passato oggi non avviene più lo scambio fisico di valute ma si negozia sull’andamento del prezzo sfruttando le attività di intermediazione dei broker online.

I primi passi per entrare a farne parte

Non è impossibile imparare come funziona ed iniziare a guadagnare, ma non è facile.

Quando si utilizza l’espressione “comprare basso e vendere alto,” ci si riferisce sicuramente alla negoziazione di valuta.

Un trader che opera sul mercato forex acquista valute che sono sottovalutate mentre vende valute.

Il suo atteggiamento è molto simile a quello di un operatore di borsa che acquista azioni che sono sottovalutate e vende azioni che sono sopravvalutate.

Come si leggono le quotazioni?

Ma come si confronta una valuta con un’altra?

Guardando la coppia EUR / USD con scambio fisso a 1,22 è facile comprendere quanto vale un euro (EUR) espresso in dollari (USD).

Ci sono poi i lotti

Il lotto è espressione utilizzata al fine di identificare la piccola dimensione commerciale disponibile.

Troviamo i PiP

Con il termine pip si identifica l’unità in cui si valutano profitti e perdite per la maggior parte delle coppie di valuta.

Fa eccezione solo lo yen giapponese, il quale è espresso con 4 cifre decimali.

Ecco quindi che il quarto posto dopo la virgola (un centesimo di centesimo dell’unità di valuta) è in genere ciò che si definisce “pip”.

E la leva o leverage?

Supponiamo di utilizzare una Leva di 100:1.

Con u deposito cauzionale di 5 euro puoi scambiare 500 euro nel mercato. Non male.

Attenzione che il leverage è potente in entrambe le direzioni, ossia come promette forti guadagni nasconde anche forti perdite.

 

I profitti possono crescere e di molto

Si può iniziare con cifre davvero irrisorie, per esempio 30 euro, infatti grazie al leverage possiamo muovere a fronte di questa cifra, un ammontare di 300 euro con i derivanti guadagni e lucri.

C’è anche la possibilità fantastica di guadagnare e quindi puntare sia in fase di ribasso “short” che in fase di rialzo “long”. Nel mercato del forex, in ogni momento vi è un’opportunità di investimento pronta per essere colta.

Veniamo al dunque, come fanno i trader a guadagnare sui movimenti di mercato?

Le valute più scambiate nel mercato Forex sono le seguenti:

USDDollaro Americano
EUREuro
GBPSterlina Inglese
JPYYen Giapponese
CADDollaro Canadese
CHFFranco Svizzero
NZDDollaro Neozelandese
AUDDollaro Australiano

 

Queste invece le coppie di valute maggiormente scambiate:

Come fare trading forex: la guida completa per principianti

Si investe sempre in coppie di valute, ossia compro USD e vendo CHF o viceversa.

Sentiremo parlare di fare trading con Perciò quando sentite il termine “fare trading con USD/CHF ad esempio.

Giocando al rialzo quindi “long” con USD/CHF, punto sul fatto che il valore di scambio tra queste due valute andrà aumentando.

Il tasso di domanda e offerta delle coppie di valuta si chiama “Bid/Ask rate” ed è il valore di acquisto e vendita in un determinato momento di queste coppie.

Bid è il prezzo massimo che gli acquirenti vogliono pagare e Ask il prezzo che i venditori vogliono

Esempio:

Coppia di ValuteBid (Offerta)Ask   (Domanda)
USD/CHF 0.950.94880.9499

 

La differenza tra i due tassi si chiama Spread, Bid – Ask, ed indica il livello di liquidità. Minore è lo spread e maggiori sono le transazioni in corso.

Logicamente il tasso di cambio fin qui descritto varia di giorno in giorno, anzi, di ora in ora, minuto in minuto.

Cercheremo pertanto di guadagnare comprando ad un tasso di scambio basso e rivendere nel momento in cui si è alzato, o viceversa vendere ad un tasso alto e comprare nel momento in cui si abbassa.

Ci avete seguiti fino a qui? Bene.

Parliamo di Trend

Altro non è che la direzione generale in cui si sta muovendo il tasso di cambio di una coppia di valute.

Saremo tanto bravi, quanto più capiremo dove sta evolvendo il Trend di una coppia di valute, come evolverà, quali sono i fattori che li influenzano e dobbiamo subito sapere che esistono tre tipi di trend differenti:

  • Trend rialzista
  • Trend ribassista
  • Trend laterale

Il trend rialzista – uptrend

I massimi e minimi di scambio subiscono fasi di rialzo, e in un grafico potremmo leggerli così

Su un grafico finanziario di una coppie di valute, un trend rialzista appare così:

Perciò i trader potevano tranquillamente comprare la coppia di valute ogni volta che il prezzo scendeva e toccava la trend line; a quel punto il prezzo sarebbe risalito, ed i trader avrebbero venduto, ottenendo così un ottimo guadagno.

Il trend ribassista – downtrend

Al contrario in questo caso i massimi ed i minimi sono in fase decrescente.

Il grafico sarebbe così:

 

I trader potevano quindi decidere di vendere la coppia di valute una volta che il suo prezzo toccava la trend line, consci che il prezzo sarebbe tornato a scendere (e che quindi avrebbero concluso l’operazione ricomprando la coppia di valute ad un prezzo inferiore di quello a cui l’avevano venduta prima).

Il trend laterale

In questo caso i massimi ed i minimi non sono crescenti o decrescenti, ma tendono a rimanere sempre gli stessi.

In un grafico ipotetico sarebbe così:

I bravi trader riescono a guadagnare anche in questi trend, sapendo leggere le variazioni di massimo e minimo che comunque si susseguono. Ripetiamo, i trader bravi.

Ci sarà un momento in cui comunque si esce con un forte incremento o decremento da questa situazione di mercato, e lì bisogna saperne approfittare.

E’ troppo facile pensare che basti leggere se è un momento Uptrend o Downtrend per guadagnare, lo saprebbero fare tutti. E’ cogliere l’attimo che fa la differenza!

Ma quanto dura un Trend?

Anche in questa classificazione abbiamo 3 trend, Primario Secondario Terziario.

  • Trend primario: dura da un anno a diversi anni . Può essere rialzista (mercato Toro) o ribassista (Orso).

    Un mercato primario rialzista è caratterizzato da una serie di massimi e minimi crescenti. Un mercato primario ribassista è caratterizzato da una serie di massimi e minimi decrescenti.

    Solitamente il trend primario si sviluppa in tre fasi ben distinte:

    a) accumulazione : E’ la prima fase di un mercato toro, che dopo un movimento al ribasso precede un possibile rialzo. Alcuni investitori,di solito speculatori professionisti, cominciano ad acquistare azioni da venditori scoraggiati. Durante questa fase vi è, in genere, sui mercati un totale pessimismo. Il volume è moderato ma sta cominciando a salire.

    b) fase intermedia: Tutti i trend followers si posizionano, mentre i prezzi iniziano a salire in maniera esponenziale e le notizie economiche sono fortemente positive.

    c) distribuzione: E’ l’ultima fase del trend rialzista. I volumi sono ancora elevati ma tendono a diminuire. Gli investitori sono ancora attivi ma iniziano a cautelarsi e si affievoliscono le speranze di ottenere nuovi profitti. In questa fase c’è l’ingresso del grosso degli investitori , il cosiddetto ” parco buoi”. In questa fase gli investitori più informati cominciano a vendere realizzando forti gain.

    Trend secondario: Dura da alcune (tre) settimane a diversi mesi. E’ un movimento correttivo del movimento primario: spesso i movimenti secondari si interrompono in coincidenza di correzioni intermedie, dette ritracciamenti del totale del movimento precedente.

    Trend Terziario: Solitamente dura pochi giorni o al limite qualche settimana (max 3) e sono delle fluttuazioni più brevi del trend intermedio

Come utilizzare la leva finanziaria

Cos’è la leva finanziaria o effetto leva o ancora leverage?

Così come mediante una leva possiamo sollevare un peso molto più grande di quel che potremmo fare senza di essa, la leva finanziaria ci permette di investire capitali molto più grandi di quelli di cui disponiamo. Per dirla in termini molto semplici la leva è un moltiplicatore. É come se moltiplicasse le somme che abbiamo a disposizione per fare trading. Per fare subito un esempio con un rapporto di  leva 1:100 posso investire in un controvalore di 100.000 euro avendo soltanto 1.000 euro a disposizione per il mio trading. Quindi se il broker mi offre una leva 1:100 significa che per ogni 1 euro di cui dispongo posso muovere 100 euro sul mercato.

Come funziona la leva finanziaria: il margine

Leva finanziaria e margine sono due concetti strettamente connessi.

Il margine è l’importo che il broker trattiene dal nostro conto di trading per consentirci di aprire la posizione. In pratica possiamo dire che la leva finanziaria è l’effetto del margine richiesto dal broker per consentirci di aprire la nostra posizione sul mercato.

Per comprendere meglio il concetto di margine proviamo ad immaginare di operare senza leva, quindi con leva 1:1. In questo caso per investire in un controvalore di 50.000 euro dovremmo avere sul conto 50.000 euro. In questo caso il margine sarebbe del 100% Se cominciamo ad alzare la leva e la portiamo a 1:2 basteranno 25.000 euro per muovere un controvalore di 50.000 euro e il margine sarà del 50%. E così via. Più la leva è alta minore sarà il margine richiesto dal broker per consentire il nostro investimento sul mercato.

Tolti i casi in cui il margine venga richiesto in misura fissa, se vogliamo sapere quale importo ci serve (margine) per aprire una posizione di un certo controvalore sul mercato, conoscendo la leva offerta dal broker, possiamo usare la seguente formula

Margine in % = 100 / rapporto di leva

Supponiamo quindi di voler investire in un controvalore di 50.000 euro utilizzando una leva 1:200.

Avremo:

Margine in % = 100/100 = 1%

50.000 / 1% = 500 euro

Quindi se il broker ci offre una leva 1:100 con soli 500 euro (margine richiesto dal broker) potremo aprire una posizione sul mercato per un controvalore di ben 50.000 euro.

 

Un esempio di trading forex

Vi proponiamo un esempio pratico per semplificare, ora che avete una nozione basilare, sulle fasi ed i ragionamenti da fare, e da fare velocemente!

 

 

  • Il primo passaggio consiste nell’individuazione del trend rispetto alla coppia valutaria, ad esempio Eur/Usd. Supponiamo che i dati macro raccolti e l’andamento del trend lascino supporre che l’euro salirà rispetto al dollaro, per cui si ritiene che ci sarà un trend a rialzo.
  • Quindi bisogna passare ad aprire la propria posizione “long” ovvero di acquisto sull’euro. Supponiamo che il proprio broker consenta di fare operazioni su un mini lotto (pari a 10 mila unità). Inoltre per l’apertura della posizione è richiesto un margine dello 0,50%, per cui l’acquisto del lotto bastano 50 euro (ciò corrisponde all’impiego di una leva 1:200).
  • La posizione viene aperta nel momento in cui il tasso di cambio tra Eur/Usd è pari a 1,3200/1,3205 (i due valori stanno ad indicare il prezzo ask ovvero di acquisto e quello bid ovvero di vendita, che costituisce lo spread applicato dal broker, che nel caso in cui non applichi commissioni guadagnerà proprio in funzione dello spread applicato), per cui si passa all’acquisto di un mini lotto sull’euro semplicemente selezionando il tasto “acquista/call”.
  • Durante gli scambi il tasso di cambio subirà delle variazioni, e supponiamo che ad un certo punto il tasso di cambio passa a 1,4200/1,4205, per cui l’ipotesi che il valore dell’euro sarebbe aumentato rispetto a quello del dollaro era indovinata.

Stop Loss & Take Profit

Si tratta di due termini inglesi utilizzati dagli investitori non solo in opzioni, ma in generale in tutti gli altri mercati finanziari, come per esempio per il Forex, per indicare due punti limite.

Stop loss si traduce letteralmente con ferma la perdita, ed in sostanza è l’ordine che l’investitore comunica al proprio broker per indicare il punto di minimo, raggiunto il quale il titolo deve essere venduto.

E’ una sorta di protezione dalle perdite: L’investitore decide ad esempio la perdita massima che è disposto a subire dal calo del prezzo delle azioni possedute, così individua un prezzo di stop loss. Se il prezzo dell’azione dovesse scendere fino allo stop loss, il broker ha l’obbligo di vendere il titolo.

Se lo stop loss è una protezione dalle perdite, il take profit all’opposto è un comando di vendita. Qualora il titolo raggiunga il prezzo desiderato, il broker ha l’obbligo di vendere. Esso si traduce con prendi il profitto, cioè, vendi il titolo a quel prezzo perché ritengo che il profitto sia sufficiente.

Esempio:

Dopo un’attenta analisi su un titolo che attualmente ha un prezzo di 50€, ritieni che nelle prossime settimane questo possa crescere, tuttavia pensi sia il caso di limitare le perdite nell’ipotesi in cui le cose dovessero andar male, così stabilisci uno stop loss a 45€.

In questo caso, acquisti il titolo a 50€ e aspetti che lo stesso sale di prezzo. Ma se invece di salire il mercato scende? Avendo fissato un limite alle perdite, il tuo broker ha l’obbligo di vendere se il prezzo del titolo toccasse quota 45€.

Inoltre, siccome sai bene che non bisogna essere troppo avidi, decidi di accontentarti di un profitto di 10€ ad azione. Così comunichi al broker un take profit a 60€. Se il prezzo del titolo dovesse salire a quota 60€, il tuo broker soddisferà l’ordine di vendita e provvederà ad incassare il prezzo di ogni azione.

Fissando lo stop loss e il take profit, ogni investitore stabilisce una strategia di massima perdita e di massimo profitto. Una volta raggiunto uno dei due punti il titolo sarà venduto. In questo modo non è necessaria una costante presenza davanti al monitor da parte dell’investitore che potrà occuparsi anche di altre attività con la massima serenità.

 

 

Tenetevi informati e leggete le notizie economiche

Per notizie intendo comunicazioni di agenzie di rating, dati forniti dalle varie banche centrali mondiali ad esempio sui tassi d’interesse, disordini politici, guerre, tentativi per far fronte a crisi economiche e così via.

La cosa che mi affascina delle notizie riguarda la psicologia dei vari operatori che operano in borsa, dalle grandi istituzioni al piccolo risparmiatore. Infatti quasi sempre prima di qualche notizia importante, si crea una pausa nei mercati, proprio perchè il mercato è in attesa della notizia così da prendere una posizione precisa(Long o Short).

Così magari qualche minuto prima della notizia gli investitori chiudono la propria posizione per paura dell’improvvisa volatilità che potrebbe nascere a breve. Per questo a volte si assiste a una piccola salita o discesa dei prezzi qualche minuto prima della divulgazione in direzione contraria al reale andamento successivo della notizia. Dato che sono in molti ad uscire dal mercato, sono in molti ad entrarci nella direzione suggerita dalla notizia, scattano Stop Loss, alcuni aumentano il size della propria posizione etc, e si crea così uno squilibrio tra compratori e venditori. Ed è per questo che in questi casi possiamo assistere a grandi movimenti in pochissimo tempo. Per un investitore questa è un’occasione per guadagnare molto in poco tempo. In base all’importanza della notizia infatti si può vedere il prezzo letteralmente schizzare verso l’alto o verso il basso, ed è una cosa molto emozionante per chi la vive.

 

Money Management

Il money management è quello consigliato per i trader alle prime armi. Ecco alcune regole base che vale la pena rispettare:

  1. La regola del 5%. Non impiegare mai più del 5% in un singolo trade, o al più quanto stabilito dal trade minimo del broker che abbiamo selezionato.
  2. La regola della diversificazione. Non impiegare mai più del 25% in una coppia di asset correlati. Cosa vuol dire che i sottostanti sono tra di loro correlati? Semplice: reagiscono agli stessi stimoli di mercato oppure tendono a muoversi nella stessa direzione.
  3. La possibilità di ampliare gradualmente l’esposizione, a seconda del grado di esperienza mediamente maturato. Quindi, il bilanciamento automatico è da abbinare alla nostra resa di trading e segue una progressione aritmetica: 5% 15% e così via. La ragione della progressione la possiamo stabilire, a seconda dell’effervescenza del mercato e del nostro grado di successo nel trading.

Al primo insuccesso, però, torniamo alla nostra solita prudenza, ben consci che abbiamo perso al più ciò che abbiamo investito, compreso anche il reinvestimento dei profitti generati (nel frattempo il saldo è aumentato). Possiamo, come si suol dire, “stringere la cinghia” fino a che non riteniamo di aver recuperato le perdite.