IL METODO ADATTO PER NON FARE DANNI
E’ proprio l’inesperienza a trarre in inganno gli automobilisti nelle città dove le medie stagionali non sono così rigide da presagire un’improvvisa escursione sottozero. Fatto sta che al mattino ci si ritrova davanti all’auto ghiacciata ed è già un traguardo riuscire ad aprire le portiere e prendere dal bagagliaio l’unico alleato di cui potersi fidare: uno spruzzino de-ghiacciante efficace purché sia specifico. Ma non avendo previsto la gelata notturna si fa ricorso a tutte le risorse a disposizione, dalla dispensa della cucina, all’armadietto degli attrezzi in garage fino a spremere la mente per ricordare le lezioni di chimica al liceo. Inutile nasconderlo. Quanti hanno pensato almeno una volta di scaraventare un bel secchio d’acqua calda sull’auto? Questo è solo il metodo più comune, e in assoluto anche il più fatale per il vostro parabrezza, ma c’è dell’altro tra i rimedi casalinghi da non adottare.
I RIMEDI DA EVITARE
Il parabrezza garantisce il 30% della rigidità del veicolo in caso d’incidente o ribaltamento; è quindi molto duro ma anche fragile. Ecco perché non bisogna provocare alcuno shock termico o meccanico. La sua struttura cristallina non gli permette di deformarsi uniformemente e di conseguenza si creano delle tensioni interne che superano il punto di rottura del cristallo. E’ l’amara sorpresa di chi si avventa sull’auto con un bottiglia di acqua calda, di chi aziona il condizionatore alla massima temperatura sul vetro e di chi prova a rompere il sottile strato di ghiaccio a piccoli colpi con oggetti contundenti, tipo le chiavi. Scegliendo un approccio più ragionato il risultato non cambia di molto se si cosparge il parabrezza di sale o antigelo come trattamento preventivo. Innanzitutto i granelli che non si sciolgono finiscono sotto le spazzole tergicristallo, rovinando sia la gomma sia il parabrezza, rigandolo. Poi il sale ha un potere altamente corrosivo sulle parti metalliche non verniciate. L’antigelo per auto, cosparso sul parabrezza la sera, invece defluisce durante la notte, inquina l’ambiente e unge le spazzole tergicristallo peggiorando solamente la visibilità di guida. Pochi infatti sanno che oltre al glicole etilenico anticongelante, il liquido refrigerante contiene molti altri ingredienti per lubrificare e proteggere le parti metalliche e i condotti.
PRIMA CHE LA SITUAZIONE PEGGIORI
Se il cristallo è danneggiato da una crepa potrebbe non riuscire a proteggere l’abitacolo dallo schiacciamento del tetto. Ma come si forma una crepa? Il modo più rapido per fratturare un parabrezza è provocargli uno shock termico (come l’acqua calda usata per sciogliere il ghiaccio la mattina) ma nella guida di tutti i giorni può affiorare in modo subdolo senza alcun preavviso. Tutto parte da una scheggiatura stellata, dove un sassolino colpisce il parabrezza in autostrada. Un danno apparentemente limitato che si espanderà su ogni buca o dosso e facilitato anche dalla differenza di temperatura tra l’esterno e l’interno dell’abitacolo. Non a caso a gennaio la rottura del parabrezza è in agguato se non si interviene tempestivamente.